Seminario: “NON LASCIAMOLI INDIETRO!”

Abbandono scolastico, povertà, esclusione sociale. “La povertà nega l’accesso ai diritti fondamentali del bambino. Aspettiamo riforme strutturali per l’infanzia dalla nuova Commissione europea. E ieri anche l’Anci ha lanciato un appello al governo perché sono a rischio i fondi per l’infanzia dei Comuni. E l’Italia è assente! Appello al Governo”. 

Roma, 6 febbraio 2015  – “La brutta notizia è che stanno aumentando ogni giorno i minori in povertà, sia numericamente che in percentuale. La crisi colpisce duramente. La povertà nega l’accesso ai diritti fondamentali del bambino e a tutte le esperienze fondamentali per la sua crescita. Le cause della povertà sono un costo per la società. Mancano piani di contrasto alla povertà dell’infanzia. E ieri anche l’Anci ha lanciato un appello al governo perché sono a rischio i fondi per l’infanzia dei Comuni. Presentate, invece, buone prassi di lavoro e collaborazione tra scuola, associazioni e territorio, sia in Italia sia in Europa. Aspettiamo riforme strutturali per l’infanzia dalla nuova Commissione europea che riguardino un aumento delle risorse, l’istruzione, la salute, i servizi di comunità e il welfare”. Questa la sintesi finale di Letizia Cesarini Sforza, vicepresidente di EAPN European Anty Poverty Network, al seminario europeo che si è concluso ieri sera a Roma “Non lasciamoli indietro! Abbandono scolastico, povertà, esclusione sociale”, organizzato dal CILAP – Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà, sezione nazionale della rete europea EAPN European Anti Poverty Network. Hanno partecipato circa 80 persone: operatori delle associazioni e del terzo settore, insegnanti, educatori, genitori e persone interessate all’argomento.  
Molteplici gli interventi al seminario. Agata D’addario di Eurochild ha detto: “La situazione europea è oggi favorevole per trovare soluzioni ai problemi dei minori in povertà. A dicembre 2014 si è creato l’intergruppo parlamentare per i diritti dei bambini. C’è una Raccomandazione ‘Investing in Children’ del 2013 che aspetta un’applicazione da parte degli Stati membri. La raccomandazoione sottolinea l’importanza di tre assi: le risorse, la qualità dei servizi per i minori e la partecipazione dei bambini e delle famiglie. E c’è anche, a livello europeo, una mobilitazione della società civile (www.alliance4investinginchildren.eu)”. 

Alessandra Pavani, di Fondazione Albero della Vita onlus, ha presentato la situazione italiana: “I minorenni in povertà sono triplicati dal 2007 al 2013: da 482.000 (4,7%) a 1.434.000 (13,8%), favorire il benessere è favorire tutte le esperienze fondamentali, lo sviluppo di tutte le competenze significative per la loro vita. La povertà di oggi grava sulla società per generazioni. Investire per prevenire la povertà consentirà lo sviluppo sociale limitando i costi.  E’ necessaria una scelta di campo delle istituzioni europee e nazionali”.  In questa occasione Fondazione Albero della Vita onlus ha presentato anche il volume “Verso il benessere dei bambini e dei ragazzi in Europa – Quaderno sulla povertà dei minorenni nell’Unione Europea”.

Cesare Moreno di Maestri di Strada onlus nel suo intervento ha sottolineato: “La povertà infantile è uno scandalo. E non solo la mancanza di beni materiali, ma anche la povertà educativa. Parlare di istruzione è parlare di qualità della vita. Bisogna ‘curare chi cura l’infanzia’. La scuola ha un ruolo civile. La qualità dei servizi educativi si vede dalla partecipazione degli alunni, degli insegnanti, dei genitori alle attività e alla presenza nelle scuole”. 

Particolarmente toccante l’intervento di Katarina Klamkova, di EAPN Repubblica Ceca: “È fondamentale aumentare le competenze genitoriali per fronteggiare le barriere discriminatorie. Purtroppo ancora esistono scuole speciali per i Rom, e quindi non possiamo non parlare di segregazione razziale. Con il progetto Gendalos (Specchio) sono stati avviati programmi educativi per bambini, individuali e di gruppo, con la collaborazione di studenti, delle scuole attraverso un approccio peer to peer e il mentoring”.
Salvo Di Maggio, della Cooperativa Ermes di Roma nel suo intervento al seminario ha detto: “I Rom in Italia rappresentano solo lo 0,28 della popolazione nazionale, e di questi solo lo 0,4% sono realmente nomadi, il resto sono stanziali. Nei loro confronti purtroppo il sistema educativo italiano è pensato come controllo, per togliere i minori dalla strada, perché considerati un pericolo sociale. Noi proponiamo un cambiamento di approccio: non un servizio solo per i Rom, ma per tutti. Servizi universali per tutte le persone che sono in difficoltà per superare la ghettizzazione, senza discriminazione. Le scuole, i servizi sociali, il terzo settore devono ripensarsi, proporre progetti che puntino alla responsabilità e non siano solo attività assistenziali e passive”.
Il seminario si è concluso con una tavola rotonda, che ha visto la condivisione e il confronto di molteplici esperienze italiane ed europee. 
Nicoletta Teodosi, presidente di CILAP – Collegamento Italiano Lotta alla Povertà – sezione italiana di EAPN nel suo intervento ha concluso: “Quello che abbiamo ottenuto a livello europeo non lo abbiamo raggiunto a livello nazionale. Nonostante la strategia inclusione sociale del 2000, la carta europea dei diritti fondamentali, la strategia Europa 2020, con l’iniziativa faro sulla povertà e l’esclusione sociale, i benefici non ci sono stati. L’Italia è un paese molto frammentato, con forti criticità e importanti esperienze, poco conosciute. Dalla fine degli anni ’90 chiediamo il mainstreaming della povertà, dell’esclusione sociale, della discriminazione e delle pari opportunità. Ma non ne vediamo cenni né nelle politiche né nelle pratiche. Anche di quelle organizzate dalle organizzazioni non profit, che dovrebbero essere quelle più sensibili a questi temi. Va rafforzato il lavoro sui territori che già si fa, in maniera integrata e contro le discriminazioni. Facciamo appello ai nostri governanti, locali, regionali e nazionali, affinché si possa trasformare il disagio in risorsa, raggiungere il benessere dei bambini e delle minoranze non escludendo nessuno. Purtroppo dobbiamo registrare un’ ennesima delusione, poiché le istituzioni competenti, a tutti i livelli, sono sempre assenti quando proponiamo confronti. Capiamo le emergenze istituzionali dell’ultimo minuto, ma non capiamo il silenzio, la mancanza di risposta, la indisponibilità ad essere presenti”.


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