Nicoletta Teodosi, presidente del Cilap, ha
dichiarato: “Il peggio degli Stati membri ha prevalso sul meglio dell’Europa”.
Guido Barbera, presidente del Cipsi: “Siamo sconfortati dalla incapacità degli
Stati membri di dare ascolto alle tante soluzioni che vengono proposte da chi
lavora sul campo. Auspichiamo una soluzione solidale a questa drammatica crisi
umanitaria”.
Roma, 16 settembre 2015 – Dopo il fallimento del Consiglio europeo del 14
settembre e le profonde divisioni tra i paesi dell’Est e il resto del
Continente sui migranti, il Cilap – Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà,
sezione nazionale di EAPN European Anty Poverty Network – e il CIPSI –
coordinamento di 30 associazioni di solidarietà internazionale – hanno redatto
una comunicazione congiunta ed espresso la loro profonda preoccupazione.
Nicoletta Teodosi, presidente del Cilap, ha dichiarato: “Il peggio degli Stati
membri ha prevalso sul meglio dell’Europa. Se fino a qualche giorno, prima del
Consiglio europeo del 14 settembre, parlavamo del meglio e del peggio
dell’Europa, oggi siamo certi che il peggio degli Stati membri ha prevalso.
L’Allargamento ad Est del primo decennio di questo secolo è rimasto incompiuto
nella sua parte culturale e di adesione ai principi di solidarietà. D’altra
parte, anche se in silenzio o sconosciuti per la maggioranza dell’opinione
pubblica europea, l’attuale Ungheria ci ha abituato agli arresti dei mendicanti
e dei senza dimora, alla discriminazione delle persone omosessuali. Così come
la Slovacchia al disprezzo verso i Rom. Manca totalmente un passo culturale
verso una comune visione.
Vanno cambiati e allungati i tempi dell’acquis comunitario. Vanno rivisti i
trattati di adesione, ma anche il modo in cui si deve stare in una comunità
come quella europea. Alla luce dei recenti risultato, l’Unione Europea non può
essere solo un mercato di libera concorrenza, visti i risultati, mentre i
principi costituenti vanno sgretolandosi sotto il peso dei senza memoria.
I governi dei paesi dell’Est hanno dimenticato cosa significhi “Europa”, hanno
chiesto di aderirvi, hanno finto di condividere trattati, carte sociali, carte
dei diritti fondamentali, di rispettare le Istituzioni, salvo poi voltare le
spalle appena messi in sicurezza dalla Russia o da quel che resta dell’ex
blocco sovietico. Quello cui stiamo assistendo non trova giustificazioni storiche,
economiche o religiose che siano: inefficacia dei Consigli europei e chiusura
aggressiva e violenta da parte dell’Ungheria, cui si stanno aggiungendo anche
altri paesi di recente entrata, davanti ad una prevedibile crisi umanitaria.
E Guido Barbera, presidente del Cipsi, ha concluso: “ Come reti di
organizzazioni che lavorano per la solidarietà internazionale, per e con le
persone in povertà, con i senza voce, per i diritti sociali, civili e umani,
siamo sconfortati dalla incapacità degli Stati membri di dare ascolto alle
tante soluzioni che vengono proposte da chi lavora sul campo, che sono le
antenne dei bisogni e dei problemi, ma possono essere anche la soluzione.
Spesso abbiamo sentito dai governanti di aiutare i migranti a casa loro.
Peccato che la cooperazione internazionale sia il fanalino di coda del loro
interesse. Auspichiamo una soluzione solidale a questa drammatica crisi
umanitaria”.
Ufficio Stampa Cipsi e Cilap, Nicola Perrone, cel. 329.0810937
Migranti, dopo il consiglio europeo del 14 settembre
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