Convegno LE POVERTÀ INVISIBILI, Firenze, 30 settembre 2016

Nicoletta Teodosi, presidente del Cilap: “La povertà non è sinonimo solo di mancanza di lavoro. Anche laddove c’è lavoro, non c’è disoccupazione, c’è invece anche sfruttamento. Intendiamo portare al prossimo incontro delle persone in povertà il tema del caporalato e del lavoro sommerso per far diventare il caporalato un tema europeo. Partecipate!”. 

Sabrina Emilio, (PEP E CAT): “Il 30 settembre saremo a Firenze per raccontare alcune delle storie che descrivono la nostra Italia invisibile e lo faremo alla presenza di testimoni privilegiati: coloro che quotidianamente si impegnano contro la povertà e per assicurare un futuro sostenibile nel proprio territorio”. 

Roma, 20 settembre 2016 – In riferimento al convegno che si svolgerà il 30 settembre a Firenze “LE POVERTÀ INVISIBILI”, Nicoletta Teodosi presidente del Cilap – Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà, sezione nazionale di EAPN European Anty Poverty Network, che organizza l’evento insieme alla cooperativa CAT ha dichiarato: “Perché abbiamo deciso di organizzare un evento sul tema del caporalato e del lavoro sommerso? Chi si occupa di povertà ha l’obbligo di allargare il suo sguardo verso non solo le persone in condizione di povertà conclamata, ma anche verso coloro che ne sono a rischio. Tra questi i lavoratori che sono vittime di sfruttamento e schiavitù, dove i diritti sociali, civili e umani sono ridotti all’osso. Abbiamo colto due occasioni: la prima è legata all’incontro europeo delle persone in povertà, che da 15 anni porta sul tavolo dei decisori europei i temi che toccano direttamente le persone in povertà. È il nostro modo di dare voce a chi solitamente non ne ha, perché i progetti, i servizi sociali, sono costruiti per loro. Gli incontri europei invece sono preparati dalle reti che lavoro insieme alle persone in povertà e i temi sono scelti da loro/noi stessi. Anche quest’anno è stato così.

La seconda occasione è il Protocollo firmato dal Ministero del Lavoro, da quello delle politiche agricole e ambientali e dai sindacati. Quindi da una parte guardiamo con interesse il lavoro istituzionale, dall’altro ci interessa il lavoro sul terreno che è a noi più congeniale. 

Intendiamo portare al prossimo incontro delle persone in povertà il tema del caporalato e del lavoro sommerso per far diventare il caporalato un tema europeo. Il tema del caporalato solo lessicalmente è un problema italiano, il termine riporta alle campagne del Sud. Lo sfruttamento e la schiavitù che sono nel DNA del caporalato sono comuni a molti paesi europei. Ecco perché abbiamo deciso di portare questo tema all’incontro che si terrà a Bruxelles a novembre 2016.

Vogliamo che la povertà non sia sinonimo solo di mancanza di lavoro. Anche laddove c’è lavoro, non c’è disoccupazione, c’è invece anche sfruttamento. E questo non è solo tema legato all’agricoltura. Purtroppo in molti settori, pur regolati da contratti nazionali, firmati dai sindacati e dal Ministero del Lavoro, si trova sempre il modo per eludere le norme e ricattare i lavoratori, rendendoli più fragili e a rischio. Un caporalato che non si sporca le mani con la terra esiste anche nelle finte cooperative di servizi sulla sicurezza, dove i lavoratori impiegati percepiscono paghe orarie ben al di sotto di quanto stabilito dai contratti. Saperlo è un dovere di tutte le parti in causa, denunciarlo è un dovere di chi non è disposto a tollerare lo sfruttamento di lavoratori che sono costretti ad accettare contratti di due/tre mesi, con relative pause non retribuite. Le leggi ci sono, ma questo sembra proprio un paese destinato a chiedere cambiamenti e rimanere sempre uguale a se stesso”. 

Sabrina Emilio, coordinatrice nazionale Persone In Povertà (PEP) e coordinatrice cooperativa CAT, ha aggiunto: “Abbiamo deciso di dedicare l’Incontro annuale del gruppo P.E.P. alle povertà invisibili derivate dal lavoro sommerso e dal caporalato. Invisibili perché non è riconoscibile immediatamente la sofferenza procurata alle persone vittime di tali prassi illegali, così come non è determinabile il danno arrecato allo sviluppo del nostro paese a alle fondamenta del patto democratico che coinvolge tutti noi. Ancora meno determinabile sarà quindi la ricchezza sottratta al Paese, ricchezza prodotta da tali prassi illegali che rimane nelle mani delle stesse persone e società che la producono. 

Il 30 settembre saremo a Firenze per raccontare alcune delle storie che descrivono la nostra Italia invisibile e lo faremo alla presenza di testimoni privilegiati e delle Istituzioni, che hanno risposto con grande interesse e partecipazione, condividendo gli obiettivi dell’incontro. Cioè dare voce, ascoltare e apprendere da chi raramente viene ascoltato: persone in povertà e socialmente escluse ma anche operatori, tecnici, educatori e tutti coloro che quotidianamente si impegnano contro la povertà e per assicurare un futuro sostenibile nel proprio territorio. Costruire percorsi di crescita e ascolto tra tutti questi soggetti e i decisori politici. Interrogarsi, tutti assieme, su come sconfiggere la povertà e l’esclusione sociale partendo anche dalla lotta contro il lavoro sommerso e le nuove forme di caporalato, fenomeno purtroppo antichissimo nel nostro paese. Diffondere lo scambio di esperienze e buone pratiche per la riproposizione delle stesse in contesti differenti”.

Per questi motivi e molti altri, vi chiediamo di partecipare, di comunicare la vostra iscrizione il prima possibile al seguente indirizzo mail: info@cilap.eu, per registrare la vostra partecipazione. In allegato troverete il programma dell’evento, le indicazioni per arrivare e la scheda di iscrizione che occorre inviarci via mail compilata e firmata, ai fini della registrazione.

Ufficio Stampa Cilap, Nicola Perrone, nicolaperrone58@gmail.com – M 329.0810937 – www.cilap.eu

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