NO ALL’EUROPA DEI MURI

NO ALL’EUROPA DEI MURI COSTRUIAMO INSIEME LA DEMOCRAZIA EUROPEA
 
L’idea di superare la divisione dell’Europa in Stati sovrani è nata nel momento più drammatico del sonno della ragione, quando quasi tutto il continente era occupato dalle armate naziste. Quest’idea è sintetizzata nel “Manifesto di Ventotene” dove al pensiero dello stato federale si unisce l’azione per democrazia europea, pace e lotta alle diseguaglianze.  
Il processo di integrazione europea ha preso forma e sostanza il 25 marzo 1957 attraverso graduali realizzazioni comuni che – pur attuando solo una parte dell’idea originaria di unità europea – si sono estese a nuove politiche e nuovi paesi apparendo ai più come un moto irreversibile e sviluppando in un numero crescente di cittadini la coscienza politica della dimensione europea come garanzia di pace, diritti e progresso. Questa coscienza politica ci appartiene e ci identifichiamo pienamente nell’idea che il progresso della società europea e il ruolo dell’Unione in un mondo globalizzato come strumento di pace e cooperazione internazionale possano essere garantiti solo da una sovranità democraticamente condivisa. All’idea originaria si richiamano i valori di dignità umana, libertà, uguaglianza, solidarietà e giustizia riconosciuti dalla Carta dei diritti fondamentali che vincola Unione e Stati membri. 
Negli ultimi dieci anni la progressiva mancanza di soluzioni europee ai problemi dell’esclusione sociale, della disoccupazione in particolare di giovani e donne, dell’impoverimento e della sicurezza dei cittadini – insieme a politiche economiche che hanno violato i valori riconosciuti dalla Carta dei diritti – ha creato un dissenso reale e diffuso, un sensibile divario generazionale e un senso di frustrazione verso lo stesso progetto di Unione europea. La gestione della crisi finanziaria di cui i governi nazionali sono stati i maggiori responsabili e le errate politiche economiche degli Stati membri hanno frenato gli investimenti nell’economia reale necessari per garantire uno sviluppo sostenibile ed esasperato le diseguaglianze fra i redditi. L’imposizione dell’austerità ha causato rischi e precarietà del modello sociale europeo mentre non sono state attuate politiche di inclusione volte a realizzare una società plurale.   
Le logiche nazionali hanno prevalso sulla ricerca di interessi comuni e il metodo di decisione confederale – affidato ai soli governi e privo di sostanziale legittimità democratica – ha avuto effetti paralizzanti, iniqui e non trasparenti. Sono stati costruiti muri con i mattoni degli egoismi nazionali, sono cresciuti razzismo e movimenti reazionari mentre rischia di disintegrarsi il sogno di una casa comune europea vicinissimo nella notte del 9 novembre 1989 con la caduta del Muro di Berlino.  
Per invertire questa tendenza occorre puntare all’unità politica, impegnandosi in primo luogo a porre fine all’austerità con il superamento del fiscal compact, con l’incremento sostanziale delle risorse proprie e con la progressiva riduzione dei debiti.  
Sono inoltre necessarie e urgenti azioni europee per l’occupazione, l’ambiente e beni comuni come leva dello sviluppo, investimenti sociali di lunga durata in particolare per scuola, cultura, formazione e ricerca, un programma Erasmus di mobilità degli studenti e dei ricercatori per tutti offrendo uguali condizioni di formazione e sviluppo personale, un’economia “senza carbone” insieme a una lotta severa 
ai cambiamenti climatici, l’introduzione di prestiti e mutui europei. E’ altresì necessario creare un servizio civile europeo e un reddito minimo di cittadinanza, attuare gli articoli 196 (Protezione Civile) e 222 (Clausola di solidarietà) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea insieme alla creazione di un Corpo Europeo di Protezione Civile, istituire un meccanismo europeo di assicurazione contro la disoccupazione e di riduzione del divario generazionale.  
E’ infine indispensabile sviluppare una politica comune di asilo e immigrazione con risorse sufficienti e canali umanitari che consentano l’arrivo in sicurezza e l’integrazione di chi fugge da guerre, fame e disastri ambientali, dare all’Unione un’unica voce in politica estera e strumenti comuni di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata superando l’assetto intergovernativo, dotarsi di un vero piano di cooperazione allo sviluppo e di una politica di vicinato per costruire una regione mediterranea di pace, democrazia, convivenza e libera circolazione. 
Noi siamo parimenti convinti che sia necessario e urgente operare affinché i cittadini europei possano davvero beneficiare dei valori dell’interdipendenza e di una sovranità condivisa creando le condizioni costituzionali di un loro ruolo attivo nei processi di decisione. Noi siamo convinti che occorra ripartire dai diritti e che il primo di questi diritti sia quello di una democrazia europea dove la sovranità appartiene ai cittadini per fondare una comunità capace di garantire loro beni comuni altrimenti sottomessi al confronto fra contrapposti interessi nazionali. 
Per queste ragioni, noi intendiamo agire affinché il 25 marzo 2017 si apra uno spazio pubblico sul futuro dell’Unione, nel quadro di un processo costituente che superi il principio dell’unanimità e che coinvolga comunità locali e regionali, attori sociali e organizzazioni della società civile insieme ai rappresentanti dei cittadini a livello nazionale ed europeo. L’Europa democratica si salverà se i suoi cittadini la faranno cambiare. Per queste ragioni, ci impegniamo a lavorare per coinvolgere cittadini, territori e movimenti in una forte iniziativa popolare il 25 marzo 2017.

Dichiarazione Cilap Eapn Italia

Mobilitazione 25 marzo 2017 – perché sì
Il Collegamento italiano contro la Povertà, rete nazionale di European Anti-Poverty network aderisce con convinzione alla mobilitazione lanciata dal Movimento Europeo perché questa Europa non ci piace, perché da sempre lavoriamo e sogniamo un’altra Europa, accogliente, solidale, senza povertà. 
Se l’Europa vuole sopravvivere e tornare ad essere il motore di crescita sociale ed economica che è stata in passato, tra le priorità che devono rapidamente andare a occupare il primo posto nella sua agenda c’è una politica solidale verso gli immigrati, un reddito minimo garantito, un lavoro dignitoso, un sistema di protezione sociale adeguato. Sono obiettivi che l’Europa si era data quando tra gli anni 80 e primi 2000 parlavamo di modello sociale europeo, messo rapidamente in soffitta con le politiche di austerità che tanti danni e tante sofferenze hanno provocato. 
Lo sgretolarsi di una visione condivisa, la mancanza di energie positive e di coraggio di cui soffre oggi l’Europa ci preoccupano molto non solo perché non è così che abbiamo sognato l’Europa e non è per questa Europa che lavoriamo da tanti anni. Ci rendiamo conto che, senza un cambiamento di rotta, l’Europa rischia di disintegrarsi contro il muro dei rinnovati nazionalismi, del razzismo e della xenofobia, sentimenti tutti  alimentati dalla paura provocata dall’impoverimento progressivo di intere fasce di popolazioni lasciate senza futuro. 
Diciamo Si alle motivazioni che hanno portato a scegliere la data simbolo del 25 marzo 2017 perché non vogliamo che le voci che, da sempre, sono state contrarie all’idea di una Europa unita e federale, siano più alte di quelle che lavorano per la pace, la coesione tra le genti, uno spazio dove muoversi e lavorare senza muri e filo spinato, così come è stato dal 1989.

Prime adesioni Aggiornato al 9/11/2016

1. MOVIMENTO EUROPEO-ITALIA 
2. ALTERNATIVA EUROPEA 
3. ASSOCIAZIONE DEI GIORNALISTI EUROPEI (AGE) 
4. ASSOCIAZIONE DELLE AGENZIE DELLA DEMOCRAZIA LOCALE (ALDA) 
5. ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI INSEGNANTI (AEDE) 
6. ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE EX-COMUNITARI EUROPEI (AIACE) 
7. ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL CONSIGLIO DEI COMUNI E DELLE REGIONI D’EUROPA 
(AICCRE) 
8. ASSOCIAZIONE MONDIALE SCUOLA STRUMENTO DI PACE (E.I.P) 
9. ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE ELETTRICI (ANDE) 
10. ASSOCIAZIONE PUBBLICI CITTADINI 
11. ASSOCIAZIONE UNIVERSITARIA DI STUDI EUROPEI (AUSE) 
12. ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANI (ACLI) 
13. CENTRO EINSTEIN DI STUDI INTERNAZIONALI (CESI) 
14. CesUE 
15. COLLEGIO NAZIONALE DEGLI AGROTECNICI E DEGLI AGROTECNICI LAUREATI 
16. CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE DELLE REGIONI E DELLE 
PROVINCE AUTONOME 
17. FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI ENTI E SCUOLE DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE (FIDEF) 
18. FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI INSEGNANTI (FNISM) 
19. FONDAZIONE ROMA EUROPEA 
20. FORUM TUNISINO PER LA CITTADINANZA MEDITERRANEA 
21. INTERCULTURAL COMMUNICATION AND LEADERSHIP SCHOOL (ICLS) 
22. ISTITUTO DI STUDI SUL FEDERALISMO E L’UNITÀ EUROPEA PARIDE BACCARINI 
23. MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO (MDC) 
24. SINDNOVA 
25. SPES – ASSOCIAZIONE PROMOZIONE E SOLIDARIETÀ 
26. ASSOCIAZIONE “PER L’EUROPA DI VENTOTENE” 
27. ASSOCIAZIONE PER I DIRITTI UMANI  
28. ASSOCIAZIONE RICREATIVA E CULTURALE ITALIANA (ARCI) 
29. BIN ITALIA 
30. CENTRO ITALIANO DI FORMAZIONE EUROPEA (CIFE) 
31. CENTRO NAZIONALE PER IL VOLONTARIATO (CNV) 
32. CITTADINANZATTIVA 
33. COLLEGAMENTO ITALIANO LOTTA POVERTÀ (CILAP) 
34. COMITATO newdeal europe  
35. CoNNGI – COORDINAMENTO NAZIONALE NUOVE GENERAZIONI ITALIANE 
36. COORDINAMENTO DI INIZIATIVE POPOLARI DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE (CIPSI)  
37. COORDINAMENTO ITALIANO DELLA LOBBY EUROPEA DELLE DONNE/LEF Italia 
38. ERASMUS STUDENT NETWORK (ESN) 
39. EUROPA IN MOVIMENTO 
40. EUROPEAN ALTERNATIVES 
41. FEDERCULTURE 
42. FONDAZIONE BRUNO VISENTINI 
43. FONDAZIONE LELIO & LISLI BASSO 
44. FORUM ITALIANO SULLA DISABILITÀ (FID) 
45. FORUM NAZIONALE DEI GIOVANI 
46. GIOVENTU’ FEDERALISTA EUROPEA (GFE) 
47. LEGAMBIENTE 
48. LIBERTA’ e GIUSTIZIA 
49. MAISON DES ASSOCIATION EUROPEEN – BRUXELLES 
50. RETE DELLA PACE 
51. TAVOLA DELLA PACE 
52. TERRE DES HOMMES 
53. UEF – Belgio 
54. UEF – Francia 
55. UEF – Grecia 
56. UEF – Repubblica Ceca 
57. UEF – Spagna 
58. UNIONE FORENSE PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI 

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