Cilap: 60 anni dai Trattati di Roma, l’Europa che vogliamo

VENERDÌ 24 MARZO, UNIVERSITÀ LA SAPIENZA, DALLE 14:30 ALLE 19:00 
SEMINARIO “RIPRENDIAMO LA PAROLA SULL’EUROPA CHE VOGLIAMO”
AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ PRIMA SESSIONE (H. 14:15 – 16:45): “DALLE CITTÀ E DAI TERRITORI PER UN’EUROPA DEMOCRATICA E SOLIDALE

Roma, 21 marzo 2017 – In occasione delle celebrazioni dei 60 anni dai Trattati di Roma, il CILAP – Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà – sezione italiana della rete europea EAPN European Anti Poverty Network – invita alla mobilitazione e alla partecipazione. In particolare: “Facciamo del 2017 un anno di mobilitazione delle donne, per costruire insieme nel rispetto della diversità, proposte concrete, progetti e visioni per la nostra Europa unita e solidale. Vi aspettiamo con le vostre proposte e idee il 24 marzo all’assemblea presso l’Università La Sapienza – sala “Aldo La Ginestra” della Facoltà di Chimica dalle 14 alle 19 per riconoscerci, ritrovarci, lavorare insieme. All’interno dell’iniziativa, nella prima sessione, Carlos Sousias, vicepresidente EAPN Europa e presidente EAPN Spagna, interverrà sul tema “Lavoro/welfare/povertà”; mentre Letizia Cesarini Sforza, coordinerà la sessione “Migranti/diritti/cittadinanza”.

Parallelamente al nostro incontro, presso l’Aula Magna dell’Università, Nicoletta Teodosi, interverrà durante la prima sessione (h. 14:15 – 16:45) affrontando il tema “Dalle città e dai territori per un’Europa democratica e solidale”. Carlos Sousias, interverrà durante la sessione “Europa, terra di diritti: solidarietà, uguaglianza, giustizia, pace, democrazia” (h. 19:30 – 24:00).
Dal documento: “A 60 anni dai trattati di Roma, noi femministe riprendiamo parola sull’Europa che vogliamo. Unite e solidali rivendichiamo il valore di un progetto

europeo di unità fondato sul riconoscimento e la valorizzazione delle differenze e rifiutiamo ogni appiattimento su standard neutri, definiti soltanto dall’economia.
Rifiutiamo un’Europa dei muri, declinata sulle priorità della finanza, un’Europa che, mentre denuncia i muri innalzati da altri, non sanziona i paesi membri che li innalzano ai propri confini.
Rifiutiamo un’Europa che priva di una politica estera di pace autorevole e significativa, tollera quegli stati membri che mercanteggiano in armi e partecipano a conflitti armati che producono migliaia di vittime e di profughi. 
L’Europa è stata un terreno che le donne hanno agito e segnato nell’ispirazione di fondo, battendosi per affermare in ogni campo e nel mondo il punto di vista e la dimensione di genere: uguaglianza, equità e giustizia, garanzia dei diritti umani, politici, civili, sociali, economici e culturali, contrasto al sessismo sistemico, a razzismo, xenofobia e ad ogni forma di violenza. 
Grande è stato l’impegno delle donne per costruire un’Europa dell’accoglienza, dell’inclusione e della protezione internazionale, per tutti/e, cittadini e cittadine europee, migranti e richiedenti asilo: dalle lotte per la cittadinanza europea di residenza e il ricongiungimento familiare, a quelle contro il traffico di esseri umani, per l’accesso dei/delle migranti all’assistenza sanitaria-inclusa la salute sessuale e riproduttiva-, all’istruzione, all’abitare, al lavoro e all’assistenza legale. 
Oggi ci troviamo di fronte al rischio di sgretolamento del progetto unitario e solidale dell’Europa, che passa attraverso lo smantellamento dello stato sociale provocato dalle politiche di austerità, l’aumento delle ingiustizie, delle povertà e dell’esclusione, la precarietà del lavoro elevata a sistema. Governi e istituzioni europee si sono trovati d’accordo su politiche che, in violazione degli stessi diritti riconosciuti nella Carta di Nizza, portano al respingimento dei/delle richiedenti asilo, incluse le vittime di tratta, e di migliaia di donne e uomini che fuggono anche dai disastri provocati dalle politiche interventiste e neo-colonialiste di alcuni Stati membri dell’Unione Europea e dell’occidente: guerre civili, dittature (sostenute da paesi dell’UE), impoverimento, catastrofi ecologiche. 
Occorrono nuove regole democratiche e partecipative che pongano le donne e i loro pensieri al centro ed un nuovo paradigma, una nuova visione dell’Europa che in tutti i campi elabori proposte politiche nuove profondamente discontinue rispetto alla situazione presente, a partire dalla firma e ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne (2011), come raccomandato dal Parlamento Europeo.

Ufficio Stampa Cilap, Nicola Perrone, ufficiostampa.cilap@gmail.com, M 329.0810937

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